IL RUOLO DEI TRAUMI NELLA VITA PSICHICA E COME AFFRONTARLI
Molte ricerche in ambito scientifico realizzate negli ultimi 40 anni hanno dimostrato quanto possano essere intense le reazioni delle persone ai traumi, ovvero a situazioni potenzialmente pericolose per la propria integrità fisica o per quella dei propri cari (incidenti, catastrofi, aggressioni, abusi sessuali, lutti in età precoce ecc.)
L’esposizione a questi eventi traumatici “blocca” la persona in una condizione di stress perenne, come se vivesse in un eterno pericolo e la minaccia non si esaurisse mai.
I sintomi che conseguono a questi eventi traumatici possono prendere la forma di veri e propri “disturbi da stress post traumatico”, caratterizzati da ansia, insonnia, intrusività del ricordo traumatico, irritabilità oppure apatia. Non si riesce a staccarsi da quanto successo per quanto si tenti di dimenticare.
Ma non sono solo i gravi traumi nominati in precedenza a generare problemi per l’equilibrio personale: traumi più piccoli ma continui, magari iniziati in età infantile, possono indirizzare lo sviluppo della propria identità, generando sintomi in apparenza inspiegabili: persone lavorativamente di successo che hanno paura di prendere la metropolitana, disturbi del sonno o dell’alimentazione, panico. Sono solo alcuni esempi delle conseguenze di questi microtraumi invisibili che hanno toccato, in qualche modo, la vita di tutti noi.
Ma quali sono questi microtraumi?
Un primo microtrauma è la trascuratezza genitoriale, ovvero la scarsa disponibilità di un genitore troppo impegnato in altro o su se stesso per rispondere adeguatamente al bisogno di accudimento del bambino. Il bambino non viene ascoltato nelle sue necessità emotive e lasciato un po’ a se stesso, senza la possibilità di accedere a un sostegno fondamentale in età precoce.
Un altro microtrauma è costituito dagli abusi psicologici, situazioni in cui, per esempio, a un bambino viene richiesto di diventare adulto anzitempo, e occuparsi dei genitori (diventandone magari il confidente) o di un fratellino / sorellina, come se ne fosse il genitore.
Un ultima tipologia di microtraumi è data dal ricevere attacchi e insulti per il proprio modo di essere, magari attraverso urla e modi bruschi.
Tutti questi eventi, se ripetuti nel tempo, generano una specie di “corto circuito” nella mente delle persone coinvolte che, per adattarsi a situazioni di vita ostili in un’età in cui non hanno ancora le risorse per opporsi attivamente e autonomamente a quanto avviene, sviluppano delle convinzioni poco piacevoli su se stessi: ad esempio, “non valgo niente”, oppure “non posso fidarmi di nessuno” o ancora “sono sempre in pericolo”.
Queste convinzioni spiacevoli sono come mine nascoste dentro di sé, che si innescano nei momenti di stress generando sintomi e blocchi. Ecco dunque che un lutto, ma anche viaggio, un matrimonio, addirittura una promozione possono essere l’evento scatenante di sintomi imprevisti.
L’EMDR (Eye Movement Desensibilization and Reprocessing) è una pratica psicologica che agisce sui ricordi che hanno generato le convinzioni spiacevoli e i sintomi, permettendo alle persone di ricontattare, in un ambiente sicuro e protetto, gli eventi traumatici che un tempo hanno subito, ma che ora – se correttamente affrontati – possono permettere di sciogliere dei nodi che magari generano dolore e problemi da molti anni…
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