La coppia è formata da due individualità (io e tu) che insieme cercano di costruire una nuova condivisa dimensione: noi.
Già è difficile riuscire ad andare d’accordo con me stesso, figuriamoci poi con un’altra persona, che ha gusti, valori, idee, priorità, ecc. diversi rispetto ai miei. All’inizio, durante l’esaltante fase dell’innamoramento, la diversità dell’altro/a non crea grossi problemi: tutto è sovrastato da un’intensa attrazione dietro la quale i difetti scompaiono e le rinunce non vengono percepite come tali.
Poco a poco, però, l’idealizzazione e l’iniziale appagante simbiosi lasciano spazio all’amara realtà: l’altro esiste, è diverso da me e – proprio come me – è pieno di esigenze, bisogni, desideri, difetti e insicurezze. La sensazione in precedenza dominante di “magia” lascia il posto a scene quotidiane che iniziano ad essere fin troppo conosciute, la frequenza sessuale si dirada e appaiono aspettative deluse (proporzionali all’intensità dell’idealizzazione iniziale) che possono far dire “l’amore è finito”. Questo è di solito il momento in cui una coppia arriva in terapia.
La terapia di coppia ha l’obiettivo di aiutare i partner a superare i momenti critici, trovando insieme una comune chiave di lettura per valutare ed affrontare in maniera diversa i problemi, oppure assumendo la responsabilità della scelta di una separazione.
La psicoterapia di coppia, infatti, non mira a far sì che le persone rimangano unite ad ogni costo, quanto piuttosto a scegliere di intraprendere la strada che quella coppia ritiene migliore per sé: talvolta questa strada può essere anche separarsi.
Nel caso in cui, inoltre, i problemi di coppia siano strettamente correlati a significativi problemi individuali di uno o entrambi i membri, al lavoro in coppia verrà fatta precedere una fase di psicoterapia individuale, in maniera da creare i pre-requisiti per affrontare il lavoro in due.
Una coppia solida non è quella che non litiga mai, ma quella che riesce a costruire l’interdipendenza, cioè a conciliare i bisogni di sostegno e condivisione con quelli di autonomia ed esplorazione, e in cui si costruisce un’accettazione per quello che ognuno realmente è, nella sua imperfezione.
Amare non significa trovare la perfezione, ma perdonare terribili difetti. (Rosamunde Pilcher)
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