Ritengo che ci voglia coraggio per iniziare un percorso di psicoterapia: mettersi in discussione, guardarsi allo specchio, accettare di essere aiutati. Di solito si inizia alla fine di un rapporto importante, in un momento di crisi personale o per un lutto, quando la sofferenza è più intensa.
La prima reazione di fronte al dolore è tentare di evitarlo, cercare di trovare una soluzione immediata. Pur di evitare il dolore siamo disposti a tutto, magari anche a far tacere delle parti di noi.
Il mio modo di fare psicoterapia consiste nel mettere in comunicazione le varie parti di sé. Infatti, ogni volta che ci sentiamo “bloccati” sta accadendo che forze contrastanti si agitano dentro di noi e spingono per andare in direzioni opposte, tanto da provocare una spiacevole immobilità. È importante far comunicare queste forze per giungere a un accordo, o quanto meno a un compromesso, che permetta di proseguire il nostro cammino.
Terapia è ricontattare lati di sé che si erano dimenticati e trovare il modo di lasciarli esprimere. È stupefacente come questo contatto produca grandi energie, che danno la possibilità di mettere in atto comportamenti nuovi e di respirare un’aria diversa.
La vita non è aspettare che passi la tempesta ma imparare a ballare sotto la pioggia (Gandhi)
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